E’ possibile ricevere l’indennità di disoccupazione in caso di dimissioni del lavoratore?
La NASPI – Nuova assicurazione sociale per l’impiego, è l’indennità mensile di disoccupazione che spetta al lavoratore subordinato in caso di perdita involontaria dell’occupazione.
Secondo l’INPS si considerano “disoccupati i soggetti privi di impiego che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione e che dichiarino in forma telematica al portale nazionale delle politiche del lavoro la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego”.
L’indennità, quindi, è ottenibile in caso di perdita involontaria del posto di lavoro ma non risulta dovuta quando sia il lavoratore a dimettersi, ad esempio in caso di dimissioni volontarie.
Quando, tuttavia, il lavoratore rassegni le proprie dimissioni per giusta causa, ovvero per un comportamento del datore di lavoro talmente grave da non consentire la prosecuzione del rapporto, il lavoratore ha diritto a percepire l’indennità di disoccupazione.
Quali sono i casi di dimissioni di giusta causa?
Lo sono tutte quelle inadempienze, da parte dell’azienda, che giustificano la decisione del lavoratore di risolvere il rapporto, quali ad esempio:
- il mancato pagamento degli stipendi
- il mancato versamento dei contributi pensionistici
- mobbing o demansionamento
- condotte illecite del datore di lavoro
In tali casi il lavoratore che si dimetta potrà fare richiesta dell’indennità di disoccupazione ma dovrà correttamente indicare nella procedura telematica: “dimissioni per giusta causa”, specificandone le ragioni.
In alcuni casi l’Ufficio INPS competente, prima di accogliere la domanda di disoccupazione, può richiedere al lavoratore di produrre documentazione che provi la condotta del datore di lavoro, ad esempio una diffida inviata a mezzo avvocato in caso di mancato pagamento dello stipendio.
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